Le scuri del nostro amore
son dolenti stille slabbrate
in fondo ad un catino
Lì, dentro un bar alla stazione
L’esploso sentore d’indelebile follia
tra le mani
e poco più d’un centesimo
da barattare con un bicchiere
La lingua felpata nei conati notturni
e del mio fegato la polvere a guarnire
un sorriso, evaporando il tuo cuore
di vita sorseggiata – in uno sputo
resta sola, la torba di quest’uomo
E su quel bancone logoro
le ossa scricchiolanti nella seduta sfatta
Lo sgabello flesso, appesantito dalla pelle unta
e dal mio sudore – acre – disumano
Tra le dita impazienti a rotolare ghiaccio
in una risata insana
Amore Mio, sapessi il male,
sapessi il male in verità.
Il male che mi reca saperti altrove
Saperti chissà perché lontana, assiepata
in una nicchia distorta della mia vita
Così umilmente aggrappata
a qualcosa di me
che in realtà
non esiste
più
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BELLISSIMA POESIA BRAVO POETA