Lapis in fabula

conosco questi segni, li conosco:
portano lo spavento dei bambini nel sonno
oppure sono vecchi che ritornano
a vedere i muri della scuola elementare
e sentono la pioggia prima dei gatti
prima ancora delle foglie.

Il tarlo della gioia conosco:
la fame che tempera l’aria e inventa le parole
l’urto invisibile tra parola e parola, la mano che parla
una lingua sentita da lontano.
E tutto sento, persino i minuti di recupero di un film,
la vista che trema sul finale.

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