Slash facial
l’opimo umore intimo
pressappoco a retrocarica venne
è visualizzato ottomilaventitre
fast forward but buffering
finché a fine corsa schianterà
inficia diottrie protette –sia mai,
da lenti neutre- d’una sexgretaria
12
rintrona la campana
battuta da chimico batacchio
dodici l’acqua già salata bolle
postevento tutto un dritto
ultracircadiano mixa il viaggio coso lì
meriggio ganja chill
Estinzione del genere femminile
una:quaranta c.a. dilata nove
doglioroso verbale travaglio di bile
divarica su forcelle pellacciaio
sgraziatrici di silhouette Vuitton
paonazza svitella alla luce elettrica
una maschia
Su chiamata
sciabatta h24 panbiscotto latte u.h.t.
ha sballato d’intenzione frequenze digitali
furioso sul remoto funzioni incomprensibili
OK pigiati random in attesa d’intervento
coccola il decoder Pater noster st’altr’anno
fanno ottanta
Wheelchair
Occupato
nel corridoio ovattato bivio
prendi fila rosa fila blu dipende
oltre una porta in boccio spinta
di bacino moto avantindietro
alla disco Chimera e il paraplegico
la gonna s’impiccia sul joystick
la wheelchair ha un singulto
ginocchia livide è scomoda
ringhia la fretta Occupato.
– Commento di Alba Gnazi –
Leggiamo, leggiamo finché possiamo, finché gli occhi ci soccorrono, finché la testa frastuona di parole e immagini (leggiamo e ci innamoriamo, leggiamo per innamorarci, per dimenticarci, per affossarci, per elevarci e dondolarci, grattati come gatti dietro le orecchie dalle fusa della parola)
Imbattersi in una poesia. E sentire il brividino che sale, quello che non arriva sempre e che trasmette L’Emozione. Questo l’effetto delle poesie Di Lorenzo Pezzato, a cominciare da Slash Facial, attraverso 12, fino a Wheelchair. Linguaggio destrutturato, verso frammentato ad assicurare inedite intermittenze sonore; sintagmi che si rincorrono dentro e fuori dai neologismi, dai prefissi che smontano i sensi usuali alle onomatopee agli anglicismi mai a caso – molte e una sola, la/le lingua/lingue, perché uno solo il sentire e perché anche lei/loro in ‘fast forward, but buffering’ (da Slash Facial) –.
La realtà proteiforme e multimediale dell’ora e qui, spesso guazzabuglio di sensazioni e gesti, viene affrontata con ironia e consapevolezza, con moti di esasperazione e pena che emergono da un distico (‘ginocchia livide è scomoda/ringhia la fretta Occupato’, da Wheelchair), da un’unica parola (‘sciabatta’, da Su chiamata); feritoie di linguaggio che veicolano un più intimo, sotterraneo sentire – e la voglia di cose pure, oltre le parvenze fuorvianti del quotidiano.
Una Poesia ricca, elegante, dal sospiro breve e potente, che spinge alla ricerca e dilata domande cui non offre soluzioni apparenti.
Lorenzo Pezzato scrive su : www.lorenzopezzato.it
Alba Gnazi