E un viale di ceri
che fondono al passaggio
del votivo rovente metallo
l’unica via
che sai mostrarmi
e niente bivi croci o dossi.
È una cavalcata a briglie sciolte
e occhi chiusi
e capelli lungo la schiena
che accarezzano ricordi
all’ incedere dei giorni
pelle e cuoio
che striscia e mi consuma
-anestetico magnifico-
e della frusta solo il rumore
che ci fascia respiri
in debito d’ossigeno
e sogni.
Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l’attribuzione all’autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.