Come campo a maggese
lascio le zolle riposare.
Di tante feconde messi restano
[solo] spighe abbandonate.
Satelliti, ho visto nei volti
e conoscenze degli antichi.
Come campo a maggese
lascio le zolle riposare.
Di tante feconde messi restano
[solo] spighe abbandonate.
Satelliti, ho visto nei volti
e conoscenze degli antichi.
[Eppure] vivo i tempi dei cani
e scorgo bellezze crudeli
coperte da oblio infinito.
Talvolta pensieri seminali premono
[ma] il giogo delle stagioni incede.
Primavera [beffarda] sorride
con piogge e tumulti.
In preda a comodi sillogismi
[miserabile] l’uomo che muta casacca.
Dimmelo [come] se bastasse un’occhiata!
Vinto da fame, dirai.
Ma troppe volte t’ho visto
ululare alla luna, [disperato]. #