Fu maggio ad anticipare
cieli di lavanda,
fuse chiodi di garofano
nel fuoco mentale.
Mi prese così:
prolunga di fiato
a distendere brezza
all’estremità.
Un bacio
e diventai driade audace
al di fuori delle nebbie.
Gli appartenevo
sfoggiando un mantello
germogliato tra le dita.
L’insinuarsi
a smuovere nudità
addolcì il greve insoluto.
Ph: dal web