Di noi
sbavature sospese,
fiuto che s’affina
e coreografie di ventagli
scaraventano voci
dove ci siamo annusati,
sulla perfezione
di un angolo
tacitamente nascosti
a scorticare deliri
non trascurabili.
Decliniamo il peso
di nervature,
la nostra
è una matrice
ritrovata qui
ora
nel dormirci in equilibrio
assimilando
l’acustica delle carni,
in quel luogo
chiamato Amore.