Mea Pangea

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Negli scorci d’umori grevi
spesso intravedo
la reale sussistenza.

Il bilanciare ardito
delle placche di me stesso

Questa pangea di volontà
pacata serpe scorre fiume e ferro
strofinando nembi e riflessioni dure

Smottamenti sintomatici dell’anima
tra scivolosi acquazzoni ed intemperie
d’amori vischiosi e odi senza fiato

Qui, su questo limo,
nel recesso passo di me medesimo
Il solitario garbuglio della verità
offusca, affoga e poi
svanisce

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