Raggrumavo come morta foglia.
Di quell’unica linea in nervature
le edere dolci del nostro
lacustre
Ed olio scelto e profumato:
delle tue bocche, ancora fame
nella giornata ludica
In quelle nebbie sparse, sulle colline e sulle mangrovie
come gioie e dolori – dell’abbraccio fu eterna afflizione.
Mi manca il tuo avvezzo sterno ed i tuoi seni
giraffa. Il tuo candido bacio e i tuoi ti amo socchiusi
Mi manca, quella sottile esigenza
che mi porta a te
e che mi lega
al perpetuo
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