Ero catturato da spazi stretti,
ti ricordi il mio indice
che non voleva fermarsi?
E poi,
tornavo aderente sul derma
in ogni angolo a combaciare,
mentre tu mi scorticavi
con un pugno di unghie
ma ordivo già
complotti alle tue spalle
quando in ginocchio
dolevi di piacere
e mi spingevo
in spazi inesplorati
deserti,
dove un fiore sbocciava
in un’unica esplosione
un silenzio
di morte tra le braccia
a scambiarsi gli occhi
così belli e tersi
come fossero stati cieli
dopo un temporale.