Noumeno

Il leggio col quale affondo
rane e reti nella placca
cranica, lo disporrei là
nell’angolo superiore
dove fermentano bocche
di liane e lignee lacrime
sospese oltre l’odorosa
faglia del noumeno. Irridere
le coordinate del battito
e le rughe di lombrico
ad accarezzare fughe
in sottosuoli raggianti,
alimenta ghiaccioli sul
dorso, strattonando crolli
e mattini claudicanti
riacutizzano palpebre.

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