ORZATA E CHINOTTO

Allora.
Adesso ti voglio raccontare una storia che se ci credi bene e se non ci credi sono fatti tuoi.
Qualche tempo fa ho perso un portafoglio. Niente di strano. Cosa vuoi che sia? Io ho passato la vita a perdere portafogli. Ne perdevo uno al giorno, ad un certo punto. Una volta ho perso anche quello di un mio amico e mentre lo cercavo ho perso anche il mio e quello che mio padre mi aveva prestato. Una volta ne ho comprati cinque per essere sicuro di non restare senza e li ho persi tutti ancora dentro al negozio.
Comunque, dicevo.
Avevo perso questo portafoglio ed ero un po’ disperato per le solite storie dei documenti eccetera eccetera. Così mi sono messo a cercarlo, ripercorrendo la strada che avevo fatto.
Ero lì che camminavo con il naso a terra quando ad un certo punto cos’è che ti vedo? Il mio portafoglio bello preciso come quando mi era scivolato dalla tasca. Non avevo mai avuto una fortuna simile. Senza crederci troppo ho controllato che dentro non mancasse nulla ed è allora che ho scoperto una cosa molto strana. Il portafoglio era sicuramente il mio, l’ho riconosciuto dai miei biglietti da visita che erano lì, al solito posto. Quello che non quadrava era tutto il resto.
I documenti non mi appartenevano a meno che non mi avessero cambiato il nome e mi avessero assegnato quello di un altro senza avvertirmi. Patente, carta d’identità, carte di credito, ogni cosa era intestata a questo signor sconosciuto. O a me, se era vero che ero diventato lui. Poi c’era la faccenda dei soldi. Prima di perderlo di vista c’erano una cinquantina di euro a dir tanto, ora lo ritrovavo imbottito all’inverosimile.
Sono rimasto lì come un fesso rimuginando sul da farsi e poi mi sono detto che io volevo riavere indietro il mio portafoglio per quanto misero e non me ne facevo niente di quello di un’altro. Così ho pensato che se lo perdevo di nuovo, questo benedetto portafoglio, poteva succedere che lo trovassi di nuovo ma stavolta per bene, come doveva essere, con la mia faccia appiccicata ai documenti. E se invece non l’avessi più ritrovato, niente di male: sarebbe semplicemente stato come tutte le altre volte che avevo perso il portafoglio. Una situazione in cui mi trovavo perfettamente a mio agio. La mia solita, abituale, rassicurante sfortuna.
Per farla breve.
Ho fatto di tutto per perdere quel portafoglio ma non c’è stato verso. A smarrirlo non ci riuscivo, come avessi perso il mio naturale talento, e se lo gettavo per terra a bella posta la gente faceva a gara per riportarmelo senza toccare un soldo. Evidentemente il tizio dei documenti non era uno abituato a perdere i portafogli.
Mi sono seduto seduto ai tavolini di un bar e per consolarmi ho pensato di prendermi un bel chinotto, che mi piace tanto, cambiando uno degli innumerevoli bigliettoni che avevo a disposizione, ma invece del chinotto mi hanno portato un’orzata. A me l’orzata fa schifo, sia chiaro, ma evidentemente deve piacere al solito tizio che dalla tasca posteriore dei miei pantaloni stava cercando di usurparmi la vita.
Stavo proprio cominciando ad innervosirmi quando ho avuto un’illuminazione.
“Ma certo!” mi sono detto “quello che si aggira con la mia faccia sui documenti non solo adesso si starà sorbendo un chinotto, che probabilmente odia, ma sarà anche diventato un vero campione a perdere portafogli!”
E certo che sì.
Non mi restava che gironzolare in zona guardando per terra con attenzione e probabilmente avrei ritrovato il maledetto portafoglio con la mia vecchia vita e i miei cinquanta euro da spendermi tutti in chinotti. E visto che questo tipo, che io ora ero, non era uno che perdeva le cose, quasi certamente aveva pure la dote di saperle trovare, se tanto mi dava tanto, non come il me di prima che non trovava manco l’acqua nuotando.
E difatti come volevasi. In capo a mezz’ora non ti ritrovo un portafoglio appoggiato sopra un parchimetro? Un classico, roba da dilettanti.
Che bello vedere la mia facciona che mi sbirciava da dentro la carta di identità e stampigliata sulla mia patente! Senza perdere un attimo mi sono affrettato a fare lo scambio di documenti e dei soldi.
Avevo già deciso lasciare il portafoglio del tizio con dentro le sue cose sul parchimetro dove l’aveva dimenticato, certo che adesso sarebbe stato capace di ritrovarlo, quando mi sono accorto di non avercelo più.
In meno di un minuto l’avevo perduto.
Ero tornato me stesso. Era come non fosse successo niente. Potevo festeggiare sbronzandomi di chinotto.
E te lo credi.
Ovviamente quando sono entrato nel bar dove servivano il miglior chinotto di tutta la città il mio portafoglio l’avevo già perduto. Ma chi se ne frega mi sono detto. Ci sono abituato.
E sai cosa ti dico, caro mio? Che bisogna sapersi accettare, ecco quello che ti dico.
E io preferisco avere solo cinquanta euro ma essere me stesso piuttosto che avere tutto un portafoglio pieno di soldi e diventare un altro.
E magari passare tutta la vita a bere orzata.

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