C’è sempre qualcosa che sfugge
nel proprio silenzio.
Come spesso accade,
il gozzoviglio di rumore si placa
a mo’ di palla di pelo nella notte
Ed in quel torbido sapore di nulla
Ritrovo la caritatevole indole celata
L’estraneo alla porta dei miei umori
[nascosto bene]
dietro il rigurgito felino
C’è sempre da ricadere, mi chiedo
nel vuoto di alcune parole
Quasi fossero sussulti aerei
attentati kamikaze alle nostre convinzioni
A ciò
che diamo per scontato di noi
C’è sempre da imparare
restando in silenzioso
ossequioso muto riflettere
il Buio
il vacuo percepire
Da vedere
da concepire
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