A volte ho paura di voi
Delle vostre maschere empatiche
Senza orecchie
Dei calzini mai bucati nelle vostre scarpe
Della vostra sicumera
E il risvolto giusto
Della domanda pronta
E la risposta asteriscata
Che rimanda in nota al margine la citazione
Dei virgolettati da sputare in faccia
E della cassetta della frutta
Sotto i vostri piedi
Ho paura dei vostri occhiali scuri
E dei denti bianchi
Dell’alito balsamico
E dei vostri abbracci sterili
Dei vostri cani dietro l’uscio
E i gatti pettinati
Delle vostre lacrime sincere
Da far vergognare mia nipote
Della propria insensibilità
E della vostra condanna a morte
Per ogni cosa non sia per voi
Voi che invece la paura ve la mangiate
E ne cacate oro