Piccoli frammenti di maggio

cercatori ovunque, di segni disegnati in serie, seriamente,
nel serafico niente di maggio, che è primo e ci lavoro.
Mi diverte la sera, coi suoi lucini gialli appena percepiti e i rumori
che piano si ritirano dal mondo; sapere che tutto si ricarica.
Mi sorridi e ti vedo, se ti metto la pulce nell’orecchio,
se verso nel cielo capovolto una poesia, invoco
l’ennesima ragione per amare il gatto, sorvegliare una stella:
io la notte ci metto la pioggia sulle strade e non ho niente
nemmeno una matita per ripetere l’acqua e l’acquaio, la giostra delle ombre sul cuore.
Allora vengo a dirti che ci sono tutto, anche a frammenti di cieli e solai che si ripetono,
mentre tu mi indovini e la sigaretta mi fuma,
e che ci scivolo su questa vita, con tutti e due i miei occhi,
mentre guardo le piante e le macchine scompaiono inghiottite
dentro i lamenti della tangenziale.

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