Pioggia sulle rotaie

venne a prendermi con l’ombrello
nell’ultimo vagone delle mani aveva un solco di poche parole e una collina d’amore negli occhi ed io per pochi ricordi mi svuotai
come quando vedevo e non capivo se la ferita era una cosa viva e animata oppure un gioco di pensieri vaghi
e appoggiai la bocca al finestrino
bocca d’ombrello per bere e accudire
e fui di nuovo nel tempo
che avevo ancora acqua nei piedi e forse qualche nuvola nei fianchi e sorridevo
che un cielo ha i suoi mille progetti più di quanti architetti e scultori
più di un cuore che va sulle rotaie
e mi portai daccapo alla parola immaginata
e pensai che un ritorno valeva due mani
due cuori che sentono e sanno snodarsi
due piccole lucine accese
proprio dietro la curva
nel ventre della galleria.

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