C’è tutta una storia
di ragni e fuochi
nei tuoi occhi
neri pozzi colmi
incontenibili
vanno larghe queste mie parole nella stanza vuota mancano d’aria fino al soffitto fino alla pendola ferma sul muro che scansa l’ora o la nega
si annodano le mani alle caviglie
si danno giri alle intenzioni
si indagano vetri e specchi
questi lontani parenti dei sogni
come vorrei le tue pantofole in quell’angolo e il tuo perdere tracce sui miei sbocchi di nuvole queste lenzuola intatte implacabili come vorrei le tue mani sui miei seni incompiuti e le tue pause pacate come piccoli approdi
ora
il tempo
non è più
che un vano gomitolo
sono due dita
che camminano
sopra la polvere del corrimano
2 Comments
Trovo ci sia tutta la realtà e il suo specchiarsi dove il senno si perde. La trovo alta e sublime
oh! grazie Francesca!.
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