Pozzanghera

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Sopra queste dita
lamina il reso del domani
La speranza che s’attende
dietro il vetro d’una pena

E io
ho atteso le mie nascite
con la brama d’un bambino
senza età
e la smania di un bastardo
privo d’osso.

Il futuro trema
come tremano le dita
foderate di lamenti

in un circolo che indugia
sul rientro di qualcosa
che non sa di avere casa
nel presente di una luce.

Sopra le mie mani
pesa:
quel volto che si specchia
nell’andare per la strada
senza alcuna direzione

Non un alito
né un capestro;
solo il senso al marciapiede
di una pozza che ristagna

 

 

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