QUANDO VADO VIA DALLA TUA CASA

nel miraggio che si trascorre fuori
sono il naufrago del mio naufragio
lo spettatore del fotogramma prima:
non fa mistero il giorno
d’avermi mai sperato.
E mi frastornano gli atti, d’un tratto,
che non ho compiuto e sono io
l’ombra ubriaca che mi si incolla
al piede senza sapere
se ci sarà una meta.

Così fuggo
da Eea e insieme ti rimpiango.

Ma non sono tue le cosce
che mi tormentano, non è tuo il vallo
chiaro della schiena che scava,
si appiana e si sprofonda ancora
nella striscia d’ombra
delle natiche lucenti. Quella è la magia
che trasfigura Circe.

Nel mezzogiorno ancora
mi confondo
con l’uomo che ti ha sempre amata.

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