Mi arrendo
lascio visi immaginari, a piantonare le tende
nel nero insonne che mi nutre. Lascio
emisferi sbavarmi addosso
nel pomeriggio già lunare: lattescenze. Spazi vitrei
senza importanza, e cornicioni feriti
fuori dal cerchio perfetto. Lascio. Sarò la madre
mai nata, per sgravare finalmente il dolore
da tutti i miei vuoti