il rosso e il nero (di VeraLibertà)

rossi sono il tavolo e il cuscino. rossa è la stanza tutta.
rosse le tue labbra spalancate e le tue parole avide e rosso è il mio vestito abbandonato sul parquet.
rosse sono le mie mani e i nostri corpi stretti. rossa la terrazza dominata dal tramonto.
sono rosse le tende e rosse le candele. le nostre voci grondano in dense gocce rosse.
è rosso il raso vergine che stritola i miei polsi, è rossa anche la voglia del mio essere con te.
rosse sono le fragole che abbiamo divorato e le tracce lievi rosse delle labbra sui bicchieri.
rossi i miei capelli sciolti e sfatti sul divano, rosso anche il sudore sulle tue braccia protese.
rossa la passione e rossa la mia schiena. rossi sono i marchi delle unghie sulla pelle ed è rossa la mia bocca china sul tuo ventre rosso.
rosso è il tappeto antico e rosso è il mondo nell’orgasmo.
rossa è la tua lingua sulla mia prigione rossa.
rossa questa sera senza un prima e senza un dopo.
rossi i lampioni che presidiano le strade e rossa è anche l’insegna di un mesto take away.
rossa è la brace di una sigaretta accesa e son rosse le tue dita mentre fumi piano piano.
rossi sono i morsi dei miei denti voraci. rossi i miei pensieri e le tue mani sui miei fianchi.
rosse le parole che non dico e che sublimo. rossa quella luce di un messaggio intermittente.
rosso il frontespizio del mio libro che hai raccolto, rosso il tè che abbiam diviso in quel piccolo caffè.
rossa la delusione dei suoi oggetti nel tuo bagno, rosse le mie lacrime sotto l’acqua calda rossa. rossa la manopola della vostra doccia grande. rosso il suo profumo alla rosa e al bergamotto.
rosso il reggiseno sul mio petto rosso e caldo, rossi i miei rimorsi mentre chiacchieri con lei.
rosso il tuo imbarazzo accompagnandomi alla porta, rossa la tua voce mentre dici ci sentiamo.
rosse le mie mani mentre osservo nella pioggia l’auto rossa di tua moglie accostarsi al marciapiede.
rossa la mia rabbia immane mentre imploro senza voce il diritto all’esistenza di un amore che non c’è.

neri i miei capelli che, in corte ciocche nere, oscurano il tappeto, quello chiaro dell’Ikea. nere le unghie corte che ho dipinto stamattina con pennellate strane, senza verso e senza senso. nere anche le forbici che tengo sollevate in rapide saette a mutare la mia essenza.
nera la maglietta larga, nero il cielo senza luna, nero il lavandino ricoperto dal colore.
nere le mie guance offese da ruscelli di mascara, nero anche il pensiero del tuo corpo insieme al suo.
ed è nero il cellulare che ho scagliato contro il muro, nera è anche la mia voce mentre vomito con rabbia onde di parole nere che mi avvolgono da ore.
ed è nero anche l’asfalto sotto il nero dei miei anfibi. nero un lampione triste che ha cessato di lottare.
nera l’acqua fredda e spessa che precipita dal cielo. un agglomerato nero di persone per le strade.
neri questi occhiali che nascondono il mio volto, nera l’espressione di chi scorre accanto a me.
ed è nera la targhetta col tuo nome sul portone, ma più nero ancora sembra il suo cognome accanto al tuo.
nero il temporale che distilla i miei pensieri ed è nera la ferita sul mio cuore danneggiato. nero questo androne in cui aspetto ormai da ore, sorseggiando senza sosta caffè nero e malumore.
nera la pistola vecchia di mio padre che ho trovato dentro ad un armadio nero sigillato ormai dagli anni.
nera anche la pelle di questi guanti stretti che cingon le mie dita come un’anima malvagia.
nera la tua auto che parcheggia nella pioggia. nero anche l’ombrello che protendi verso lei. ed è nero il suo cappotto mentre esce dal portone con quei suoi capelli neri intrecciati sulla nuca.
nero e fermo è anche il mio braccio teso verso la sua vita e lo sparo nero e crudo che fluisce dalle dita.
ed è nera la tua bocca spalancata nell’orrore del suo corpo ormai di pezza tra le tue braccia sorprese. nero e denso è anche il suo sangue che ti scorre tra le dita, nero il bacio che ti mando prima di correre via.
lascio i guanti e la pistola in un cassonetto nero e proseguo nella notte intonando un muto canto. ti telefono domani penso quasi ad alta voce mentre un gran sorriso nero si fa strada dentro me.

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