Ho bisogni sogni policromi,
rapidi insulti magnetici,
cicatrici da esporre nell’etica
di coscienze anarco post pause pranzo
schiavi catene i collari dei padroni
i colliri per lacrimare sulle maschere
e far finta di essere esseri umani.
umanamente essere un essere è
alquanto complicato.
Complicarci ulteriormente le coscienze
come forma di suicidio per sudare
ancora, perchè la puzza non è mai abbastanza.
Voglio puzzare più di tutte le fermate del mondo
per odorare di vita.
Voglio accecarmi con le ombre dei sottopassaggi
per smarrirmi meglio dentro il tuo buio.
Voglio riuscire a non volere più niente di nuovo.
Voglio riuscire a non volere più niente, ancora.
ancoro informazioni sul mondo in download illegali
di coscienze esterne.
Mi disconnetto, mi formatto, mi emoziono.
Mi disconnetto, mi formatto, mi emoziono.
Prendo fiato in pause tra le sigarette girate male
e con la colla al contrario, solo per lanciare
frastimi, per fracassare istmi di collegamento
inesistenti nelle falesie di false frontiere
politiche.
Giungo nell’epicentro delle tue paranoie,
a cinque millimetri di distanza dalla tua pelle,
sfrigolano le molecole in energia cinetica,
vertigine da dejà vu collaterale quando
chiudo gli occhi e li riapro e sono in un
posto diverso.