Questa crudezza, così remota alle mie assonanze
Questa lama feroce, preconcettuale e monolitica
caduta densa, quasi onomatopeica e rumorosa
Che non mi stringe e non mi colpisce
vicino la schiena – quasi un brivido – il distacco
che allontana, nello sguardo teso verso le anime inermi
Non mi stringe e non mi colpisce
questo freddo logorio ossimorico
fatto di infatuazioni bendate e stipsi d’amore
Di vedute scarlatte sugli schermi costipati
delle Soap accentuate alla stregua d’isole Idilliache
Non mi stringe e non mi colpisce – semplicemente:
evacuo cosparso di cenere ultravioletta lo splendore
delle mie colpe, nelle mie abnegazioni disordinate
Semplicemente Amo
Ed Amo costretto in un circolo senza remore né memoria
E non infrango il cielo, con lo sguardo basso alle caviglie,
Non infrango il fato che sporadico
urta dissidenze d’intenti
Semplicemente lascio fluire
I Leggeri spiragli di verità ribelle
che sulle coste longilinee
delle mie numerose esistenze
s’infrangono
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