Fosse sempre inverno
gemma sgusciata,
cadrei sul raggio dolente
e riderei a catinelle
diventando
fuorilegge
del prevedibile.
Annuserei l’orrifico
col colbacco in testa
a testare la fioritura
di me medesimo
che inumidisce il consueto.
Sarei fuliggine,
deposito cauzionale
dell’anima
e mi preleverei
quando il tempo
di me
avrà fatto scempio.
Ma sono così lindo,
mani
tese al futuro
senza ritorno
il mio respiro corto
e senza sorprese.