Tu sai a cosa penso se mi chiedono di scrivere
dentro a una di quelle finestrelle di carta che si aprono:
non al cestino del pane usato per la frutta,
non alla crocchia, al grembiule che copre una parola di troppo
o alle posture forzate che hanno gli arti dolorosi e il cuore duro dei vecchi;
penso ai baci dati di fretta e tutti uguali
come un mucchio di bruchi,
al ginocchio che ti basta piegare appena
per sembrare me
e al tuo sorriso vestito, quando mi chiedi
per gentilezza
di significare qualcosa.
Ph: Richard Avedon