Senza Titolo

S’è prestato  questo amore

Attraverso il vello e gli intonaci,

trapassandomi rovente come piombo

 

Il forcone teso ad un centimetro di lingua

in quel  fuoco sempiterno di ricerca

a fomentare  il liquido vetro nelle vene

e poi sperare mia dolce delizia

[ululando il tuo supplizio e dannazione]

 

S’è prestato lui:

allo scherno delle parentesi

alle  logiche conclusioni di povertà

E  a quei fianchi scoperti nell’ ultima misura

Ché cielo e tramonto e poi subito svenni

di dolore, di atroce significato e mancanza.

 

Se danzi ad un passo solo

a uno soltanto da me

io li ascolto i tuoi piedi scalzi

e la tua schiena ricurva

mi si annuncia

in un arco al Metrazene

 

E tenderò anche il tempo

come l’eco per ipovedenti

ma quei fiori nuovi

nei tuoi giorni appassionati

ormai profumano

le nostre vie

 

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