SINUSITE

Mi è grato il buio
che mai è venuto a mancarmi
dentro i palmi.
Lo evoco spesso
in posa di preghiera
come un vizio, un tic,
mentre d’intorno si calciano
i barattoli, i gusci di bottiglia
del colpire smarrito
che si reclama vita.
È lì, dietro le imposte chiuse
che d’un tratto vi sento
come siete, lontani
schiamazzi nel cortile
di giochi preclusi
ubriachi di una luce
che non chiarisce niente.
E ho orrore e nostalgia
per voi e fratellanza e schifo
e ci vedo vicini
come da dietro
mutilati d’una lettera
a ogni passo e di un colore
razzolare verso le stesse mete
e fermarci senza ricordarle
e domandarci il senso
del nostro esserci mossi
e quando e chissà
con quali occhiali.
Vi informerete
di questi brevi esilî
al mio ritorno,
io ringraziando vi dirò
che non è niente:
un male passeggero
agli occhi, una debolezza
forse,
un po’ di sinusite.

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