Si racconta
di donne occulte
che scendono nella bocca della notte
ondeggiando sui passi d’aria
sirene di terra con le loro litanie silenziose.
Guardano
attraverso i loro vetri rotti
e cercano
tra le mascelle di un suolo frastornato
fiotti dei loro figli versati.
Un bottone
un dito
una scarpa
una mano
forse ancora ancorata ad un braccio
qualcosa dio
qualcosa
che sia di carne o di osso
da ricucire con cura,
vuote,
sulla pietra di casa.
Damasco è lontana
e ride.