La sola moltitudine

aquilone

rialzarsi
ecco:
quel tanto che conviene al cuore
fermare un pungolo qualsiasi sotto il naso tirare un nome dalle mani ascoltare l’incessante battito dell’ora 
essere pioggia all’imbarco dell’occhio 
bastarsi al cielo, dunque: esserci dolcemente nuvola e fianchi tra le parole e le frasi un verso capovolto

mio animo agreste 
fianchi e nuvole 
spazio nel mio infinito sospeso:
ti vedo allo scoperto di un’idea: vedo il cane che ti lecca le mani salgo alle tue mille voci sento i capelli rami la lunga barba arabeschi volubili incendi e sono a te sempre e mai mia radice aquilone
raccolgo appunti: decifro sento colmo firmo paesaggi:
un appunto sull’uccello migratore
uno sull’uva pronta alla vendemmia
uno su tanto mare
e poi sentieri 
a perdersi:
Le mezze ossa scoperte
col tamburo 
sulla lingua 
a bucare un sud 
e farsi compagnia 
da soli
i mille volti le volte che li vedo

se fossi almeno poeta
toccassi il suono d’una sillaba rotta
di tanti spazi un treno_viaggiassi_lune_e alberi e alberghi nei corpi della notte queste metafore inutili questi vagoni immensi
ma una spina mi tiene
e nessun occhio 
nessuno
la vede

 

(foto mia)

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.