Non si perdona il male
i lunghi luoghi gonfi
delle lacrime più nere e amare,
il rollio della rabbia forzato sotto pelle
spento. Spero in una rivincita pura
un ravvicinato contatto, l’innesco
che infuochi rabbia e sangue
in questi occhi,
i miei occhi sono pieni di ingiustizie
di bontà perplesse e liberal utopiche
i miei occhi vedono paure che si trasmettono con il parto
come il tremar delle foglie al vento,
ma io sono mobile, di verde prato tinto
e i miei spazi non sono folate di vento
e tu muoviti con me
invitami ad ardere con il tuo dolore
perché la paura é il peggior peccato e va condivisa con coraggio :
Non siamo soli.