(dalla raccolta ‘Frattaglie’)
Partendo dal riccio ribelle che acciuffi e ti sfugge
va’, se devi andare.
Son pronte le molotov.
L’incendio s’appicca da solo oramai.
Dal poro-cannuccia si ciuccia l’ossigeno.
(Quel poco rimasto su questo fottuto pianeta.)
Guardiamoci bene nei bulbi
stampiamo quintali di risme, intasiamo le ram.
Verrà un big blackout sulle nostre falangi?
Parole neonate cadranno su carta da bollo.
Dismesse editrici rimesse! Lavoro per tutti?
S’affanna quest’uomo per una macchietta sugosa d’inchiostro
che caschi – magari – nella biblioteca del suo circondario.
Venisse sfiorata da un grande e timbrata in bordeaux ceralacca – fa chic!
S’affanna quest’uomo che non ha respiro sincero.
Ripudio la gloria ed invoco il blackout.
Si lasci nell’etere il rogo mancato, il mancato coraggio di compiere
il gesto.
Invoco il suicidio del vate fasullo!
Milioni di stelle filanti! Catarsi dei morti!
S’affanna il sistema intasato.
Son pronte le molotov
painting: Grégory Chiha