Stanza 16

Ti amo e da qui parte ogni cosa,

la casa delle stanze

da abitare a volte già abitata.

Quando la notte era nella luce

di un pomeriggio d’aprile,

c’era il letto in un angolo per caso:

modellavamo l’aria nell’amore

come se fosse stato un altro

luogo, se erano pareti

indefinite e mobili dimenticati

vuoti di indumenti e senso.

Riempivi di parole la materia

e i corpi, in un’unica sostanza.

Un rifugio se partivi,

nella preghiera quel tornare

a casa, dopo averti lasciata

sul binario.

Per le alberate la città

appare come una stella

diurna, volevi entrare nel letto

nel sonno, una cosa che riposa,

un sogno per sognarti

in quella stanza che ora

è un’altra cosa, dopo i lavori.

Non abbiamo fotografie

di quel luogo provvisorio,

che si prepara in nuova forma

per la nostra storia:

una forma di casa con le altre

camere ad attendere le persone

e gli oggetti, i mobili, il frigo,

la cucina, i quadri.

Per vivere di nuovo lungo

la linea della vita sulla mano.

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