Succube

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Succube di un mostro.

Così navigo,

Aperto alle nuove licenze

Ai ritrovi maldestri, di me

che ancora soffro

d’ossute pretese verso lati migliori

Che poi non scorrono mai il senso.

 

L’oraria ordinaria follia in cui non coincido

 

Mentre un giorno, forse ancora chissà

Cadrà la presa di questo male che mi percuote

Cadrà il ferreo negare di passi traviati, forviati

Come piccole lucerne spente per la tempesta

O giovani soldati che piangono case distratte

 

Ci saranno magari

tempi migliori,  tempi modesti

– Tempi in cui

di quest’urlo si plachi

il favore del vento

 

 

 

Immagine di © Wayne Barlowe

 

 

 

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