Taglia e cuci

Provo ad abitarmi,
le imposte sono chiuse
qualcosa deve bollire
nel paiolo. Solo gli odori
da fuori emettono
sottili strisce di luce
che appaiono costrette
tra pollici umettati.

Un’isola, si cuoce
a fuoco spento
nell’ingresso nella mente
allineando l’infanzia
col tremore della vecchiaia,
l’eclissi che si scuce
è il leone che ruggisce
davanti a se stesso.

L’anima è cucita cieca
addosso alle spalle
spellate per il peso
greve che schiaccia.

La sua gravidanza
nonché l’uscita dall’incerto,
eleggono un intermediario
isterico ma pur sempre valido
a periziare l’ignoto.

Il manifesto,
ciò che lampeggia
sfrigola.
Ed è un clitoride enorme
in assetto di guerra,
forse diventerà un verme
e striscerà
in cerca disperata
di una elissi
che libera farfalle

e in quel luogo senza tempo
divaricherà la sostanza
e la materia compenetrata.

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