Tarassaco

Adesso sulla pelle delle braccia

altra pelle è rotolata giù

incastrandosi tra le dita

poggiate forte sui muri che hanno preservato

la loro lemma quotidiana

Dicono che abbiamo tentato di scrivere poesie

creduto di poter perdere i nostri occhi di lucertola

in tazzine luttuose, rettili

ma lui andava in giro con la sua testa d’arancia

portandosi dietro la bandiera bianca del silenzio diabolico

ed è finito il tempo di darci gomitate e mordere nell’aurora

l’interno rossomoquet foderato delle nostre guance eternamente tristi

è sempre notte, anche se voi cucite convulsi i bordi di Ganimede

sulle vostra dita primitive, per riporre tutto il candore

è sempre notte sulla testa ruvida dei microfoni

e su quella lieve dei denti di leone

Ma non ho niente da dire

seduta sotto luce calma di anni fa

commossa nel centro della pietra di sale

come la spada accesa della non parola.

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