Del tempo asincrono ho scorto
ripartite scolature in fremiti
vissuti d’errore
Esposti momenti traumatici
come solide dicerie suburbane
ricoperte da luci al neon spaziale
Avvampati fumi neri
di fornicazione austera
dietro sfridi bui
d’occhi multipli d’alberghi
Che di città e di cadute genesi
valanghe di [TiamoTiamo
sola ed unica LolaLola MaryJane]
come braccia ferree e rigide
su petti canuti e cronici
Che chiarificate profezie
di cosce infinite
bianche d’amore e burro
Di distrutti steli
sulle opime soluzioni
d’una pace impossibile
Che pregando Dio e le dottrine sconc’altisonanti
e mantra d’ogni diluvio perseguito
d’ogni eresia delle labbra
sopra le vene tese ed urla cieche
Che cazzo e marmo e muscoli pompati
e cervello smunto in occhi cinerei di buste Coop
come espressione invernal_mattutina di fastidio
Di strade e vicoli e pozze di fango
[son tutti lì i miei sorrisi]
su gioie già stese nelle corde stirate
da chitarre impazzite
Di porte schiuse all’Alba
in bar senza chiusura
E minigonne danzanti
sopra le punte del Ca (p) o
Che periferia e vecchi allucinati
a raccoglier gomitoli per strada
tra i tombini nascosti dell’anima
Di Sveglie DlinDlonDlan metropolitane
Ed estasi sui finestrini sigillati dal sudore antico
Attendendo l’aria fresca anche fosse per istanti
Che di quelle libertà parlate – tra scimmie
e scimmie carponi sopra ceci puntuti
nei ritardi all’entrata della sola Chiesa
Che di carta straccia e lugubri senzienti
allitterati sbadigli sopra i salotti del cranio
elevati alla lettura omnia di Dio
E di verdi pubici e scivoli a mezz’aria
come corse fatte in moto verso il paradiso
o povere storie d’ incesti macedonia
nei supermercati della perdizione mentale
Del significato, che man mano svilisce
tra rotaie rumorose di parole al catrame
Sincopate sinagoghe d’oral giustizia dei sensi
E gioie ed odio e testimonianza
del far lettera [testamento baciato]
nel ritmo che sferza gineprai
come auliche stille d’amor
– le cadute lacrime –
ed il racchiuso senso
di disgusto che
incontrastato
mi regna
Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l’attribuzione all’autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale
2 Comments
“Io ho due tempi: quello sincrono e quello asincrono.
Quello sincrono è uno solo, lineare e seriale, che può essere intercettato, per definizione, solo in contemporanea con i mezzi specifici.
Quello asincrono invece è non lineare e parallelo. Si percorre nel momento migliore, senza l’esigenza di contemporaneità…http://www.camisanicalzolari.com/2008/09/tempo-sincrono-e-asincrono.html“
grazie Rosario Zisa
By Post Author