Ti ho detto

Ti ho detto:
lavami le costole,
il diaframma,
la carne,
voglio spingere
con tutto me stesso
i grigi sudori
ed essere perno
dell’attrito.

Ti ho detto:
lucidami le scarpe
le scarpe lucide
per riflettervi sopra
una stella mancata,
una stella lucida
la mia ombra
che brilla.

Ti ho detto:
assegnati un posto
il posto agognato,
agognato
dai sublimi fruitori del cogito
che sono e dunque lo sanno
e stanno su rami traslucidi
volteggiando occhi
sulla rima impietrita
per poi smembrare
la parola eremita.

Ti ho detto:
assegnati un punto luce
e luccica
della mia apparenza.

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