Tienes las cosas entre los huesos

Ho una bellissima rabbia
di colori pastello,
comoda come un divano spolpato,
decorata da statuette a tutto tondo
rubate in un eterno inverno.
Sognano le urla di uscire
dalla corda tesa
sul lato sinistro del collo,
ma restano e sgocciolano pazienti
nella miccia umida, nel sapore delle gengive morbide.
La potenza e la violenza,
tatuaggi d’un rondò mozartiano
suonato da spugnosi polpastrelli,
scappano e ridono
delle macerie che un corpo
può sostenere,
ingoiando la mattanza.
Torna il fuoco
dell’altro mondo,
fra i punti non toccati
dalla danza dei pompieri drogati,
portati all’overdose
da esplosioni rimaste liquide
dentro a insignificanti siringhe
lasciate a pungere
le camere d’aria delle biciclette
abbandonate al sole.

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