così le nuvole a forma di testa
e la loro grandine addosso.
Il disegno della mia vita
*
Per metà strappate
per metà smerlate
nuvole sempre non-finite
che accennano acqua o ghiaccio
o un cavallo selvaggio.
Le mie parole
*
So che non c’è bugia
se non c’è verità
e che il senso si snoda
sotto le spire del male
ma esclusa la testa / sempre
naso e pelle reagiscono al vento
e colture s’accasciano
sotto la tempesta
*
Dunque ritiriamo la testa
al buio stellato e ruggente del silenzio
e col cucchiaio di legno rimestiamo il cielo
facendo attenzione alla tracimazione.
Bocche affamate intorno
porzioniamo il bolo.
Si potrebbe deglutire lo zucchero
del velo che ricopre i bordi
ma nella cecità si dice che
la nebbia porti bene
*
Il tema desertico che t’abita
fosse novità tra gli uomini, ma
riprodurre poltrone e giacigli per chi
già vi sta comodo
veicola inutili battimani.
Preferisco sentir parlare di cardi
e perfino di tarantole
che in una goccia d’acqua
amano ancora.
Sole e sangue