Tutto quello che posso

Ci proteggeremo dai veli
e dalla prima vera
scoperta dell’America,
andremo a votare
per salvare i pulcini
e firmeremo proposte
di guerra al sole.
Diventermo una sola cosa
disgustosa da vedere e da mangiare,
quando arriverà il grande freddo
ci copriremo con le tele
dei nostri pittori migliori,
ci toccheremo le lingue a vicenda
per scambiarci qualche malattia millenaria
e denuciare il nostro dottore
perché continua a diagnosticarci
solo il raffreddore.
Nessuno ci ha mai chiesto
niente dei nostri pensieri,
solo i nostri soldi
e i pochi rimasti
ai nostri genitori,
ci regaleranno applausi
per aver fatto il record del mondo
delle ore spese a deludere le suore della tua infanzia.
Ci raperemo la testa
per iniziare un nostro commercio di capelli,
li attaccheremo leccando le teste
ai clienti, come si faceva coi francobolli
prima che inventassero un modo per non stancarsi.
Ci compreremo vite virtuali,
vedremo le Maldive e le Seychelles
quando torneremo a casa
e prenderemo il posto dei giapponesi
sotto la Tour Eifell, dicendoci che il Duomo,
in fondo, è più bello, ha più storia.
A grandi lettere, lasceremo scritte poesie
sulle noste lapidi, così che i posteri
possano imbrattarle
con un pennarello indelebile rosso.

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