Vi dico (a G. e L.)

boll

avrei un tavolino pieno di concetti 
e di poesie giocattolo per farvi divertire
un piede per darvi direzioni 
e una parola per difendervi dalle paure
ma più non so
ora che parlo la lingua degli specchi
come riflettere meglio i vostri occhi nei miei

la pioggia la raccolgo con le mani
per costruire una sete di fiori
vedete
si nasce scomodi al mondo ignari al tempo 
e il meglio dovete inventarlo

voi credetemi sulla parola:
che per seguire una formica basta un dito che salti una pagina di Faulkner 
e siete con un piede fuori dalla guerra 
col naso a un passo dalla morte pregate il dio della mollica di pane e vi dico
leggete: e che vi sia d’auspicio: e scrivete

scrivete dove capita un sorriso
scrivete un prato accompagnate in soffitta un trenino
date una forma al viso che vi chiede dite questo è il racconto di mio padre
che ebbe una fiaba nell’orecchio e sulla bocca una barca di mare

imparate che questo è un giardino:
questo un odore di erba bagnata
le pesche nascono da sole 
-cadono nostalgie
da questo cassonetto i gatti scappano impauriti
alcuni entrano nelle poesie altri si perdono
dietro le vostre bolle di sapone

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.