Visioni

vivo nella mia testa; col treno allagato non ho direzioni:
mi sposto di stanza in stanza
di fiore in fiore: sono l’ape e la sedia a rotelle,
la strada che tutta si solleva sul pianoro
e gli alberi educati,
la poesia che sfila da un cavallo di legno.

Salgo sulla città di fuoco
braciere di cupole barocche mi cerco in una scala
di mitre e coppole, sui patiboli di pescivendoli decapitati;
distinguo ogni epoca: fontane e caverne, bambini che
pisciano nel mare, fumarole dagli occhi e gatti che sembrano topi;
ciascuno dorme nel suo cavo di tufo.

Sono quel pomeriggio tremebondo di luglio
la luce che s’impiglia tra le case e le spaventa,
il vecchio che si lega il pane alla mano
mi guarda da un bosco.

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