Una radice

Una radice
mi urla nella testa
vorrebbe sprofondare:
tra gli affetti e grani di nebbia.
Ed io scendo
permesso!
vorrei adagiarmi nella memoria

Il passato piegato sulle ginocchia
lo sculaccio con una mano
e l’altra, firmando una foglia.

Il mio nome vola via
appresso stagioni perdute
-Era inverno e già si annidavano falene nel solaio-
come una figlia
che si è tolta le lacrime
trasformandosi in giaciglio per l’antera

Sorgo così
alla stregua di una fontana
ma con meno sorgenti
da rubare alla fonte.

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