Aveva cinque anni
un leone sul grembiule
il passo felpato sulla lingua
l’ingresso del fiume tra le piume
correva tra fili d’erba
con la notte
rarefatta dai capelli
gli dissi: mare e stelle
lui raccontò di un velo
di quanto sia sottile
ma difficile da spiegare.
Gli dissi: è bello conoscerti
è bello specchiarsi in un lago
è bello come respirare il sale
rispose: sei tu che ti stai conoscendo.
Io sono l’assenza che ti chiama.