Qua comandano i cavalli
che guardano e ti squadrano,
comandano i conigli
che passano e sorpassano,
comanda l’occhio
che assolve e risorge
qua ogni cosa è lontana,
indefinita, primordiale, animale.
Qua un odore di foresta,
di crosta terrestre, di fulmine,
t’affonda e ti sprofonda
quassù non sei nessuno
eppure il ciascuno
che in me sbatte
s’estende nel tutto, s’estende nel niente.