Questi componimenti sono parte di un lavoro non ancora chiuso, e che davvero fatica a darsi margini e compiutezza. La sento scrittura di emergenza che, come in altri momenti della mia vita, non poteva che darsi in dialetto, per nomi nudi di cose e aggettivazione circospetta, anche se non ha legame diretto con lo sconvolgimento planetario degli ultimi mesi: da quello, all’opposto, è venuto un lungo ammutolire,distanza per prestare più chiaro ascolto al dolore, allo sgomento, alle rabbie montanti da ogni fondo oscuro, alla paura. È venuto silenzio, muta comunione con i vivi, pensiero per i morti. Questi miei versi, di contro o forse in continuità, questi miei versi in dialetto di emergenza, se sembrano tradurre moti di ritorno, sono allo stesso modo spinte in avanti non diversamente dicibili, per spoliazione e ricerca di “frasi vere”, cammino e cerca mendicante, sperimentazione di un genere diverso di libertà.
Patrizia Sardisco
Misi r’ottobbri, rumìnicamatina.
a verulibbirtà
è pani schittu
u cumpanaggiu è lazzu
u pruvulazzu è scòrcia
chi nnimùnnanu i jorna
p’alliggiriri u iri
e binirittulustru
quannunnuciùsciaarrassu
e nn’alliberta l’ala scantulina
i stinnìcchia chiù mpaci c’u ventu
Ottobre, domenica mattina
la libertà autentica
è pane e basta
companatico è laccio
il pulviscolo è scorza
che i giorni sbucciano
per fare l’andare più leggero
e benedetta luce
ce lo soffia lontano
e libera le ali pavide
le spiega pacificate con il vento
**
I
M’haiunchiuiutu
nna sta parratampetra.
’Un m’accupari.
I
Mi sono chiusa
in questa lingua litica.
Non asfissiarmi.
Jinnaru, i lùnniri, annuttannu.
Sdilluvia
Surruschiàririvitru.
No u specchiututtusanu
u pizzudduattruvatu
unn’è c’un nnicircàvimu
ddumminutuaducchiatunnomentri
nnistracanciamu ‘i facci
ennucapennu
Gennaio, di lunedì, nell’annottare.
Precipitazioni persistenti
Balenare di vetro.
Non uno specchio intero
il frammento trovato
dove non cercavamo noi
quell’istante fissato nell’atto
di mutare espressione
iniziando a capire
**
II
spunta r’unarrassàrisi
l’urata c’arruspìgghia
figghiarulustru
comunarumìnica
risiminatummernu
II
gemma da un distanziarsi
l’ora che sveglia
figlia di luce
come una domenica
di seminato inverno
Breve notizia bio-bibliografica
Patrizia Sardisco è nata a Monreale dove tuttora vive. Laureata in Psicologia, specializzata in Didattica Speciale, lavora in un liceo di Palermo. Scrive in lingua italiana e in dialetto siciliano (parlata monrealese). Vincitrice e finalista in diversi concorsi a carattere nazionale, nel 2016 pubblica, per i tipi di Plumelia, la silloge in dialetto “Crivu”, vincitrice del Premio Internazionale Città di Marineo e menzionata al Premio Di Liegro di Roma. Nel 2018 si aggiudica il Premio Montano nella sezione “Una prosa breve”; con la silloge inedita in dialetto “ferri vruricati” guadagna il secondo posto del XV Premio Ischitella – Giannone e, nello stesso anno, per le Edizioni Cofine, dà alle stampe la sua prima pubblicazione in lingua italiana, “eu-nuca”, prefazione a cura di Anna Maria Curci, finalista al Premio Bologna in lettere 2019 e vincitrice della sezione opere edite del Premio Città di Chiaramonte Gulfi 2019. Ancora nel 2018, la raccolta “Autism Spectrum” vince la quarta edizione del Premio Arcipelago Itaca, indetto dalla Casa editrice omonima che, con postfazione a firma di Anna Maria Curci, ne cura la pubblicazione nell’aprile del 2019.Autism Spectrum è tra le Opere edite segnalate al Premio Bologna in lettere 2020.