Amelia Rosselli / Caffè Letterario

C’è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.

C’è come un rosso nell’albero, ma è
l’arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch’essi pesano.

Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d’un destino
di uomini separati per obliquo rumore.
*

I fiori vengono in dono e poi si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.

Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perché
io oggi abbia tanti anni
la pioggia è sterile.

Puntando ai semi distrutti
eri l’unione appassita che cercavo
rubare il cuore d’un altro per poi servirsene.

La speranza è un danno forse definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
della mano.

Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d’un albergo immaginario
v’erano nei boschi piccole vipere imbalsamate.

Mi truccai a prete della poesia
ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.

Il mondo è sottile e piano:
pochi elefanti vi girano, ottusi.

 

(da “Documento, 1966-1973” – Garzanti, 1976)
*

 

Come un lago nella memoria
i nostri incontri
come un’ombra appena
il tuo volto affilato
un’arpa la tua voce
e le mani suonano
tamburelli
*

Un Cristo piccolino
a cui m’inchino
non crocifisso ma dolcemente
abbandonato
disincantato
*

Avanti io seppi t’eri spezzato
come un bastone d’oro
la costante prudenza
m’aveva fatta cieca
quasi ignara
e tu che mi musicavi attorno
*

Sposo nel cielo
ti ho tutto circondato
ma sei tu che comandi
e sono tua sposa d’infanzia
sposa trasparente
*

Ahi piccola notte d’agosto
sei tornata a spazzarmi via la strada
bianca,
lucente
sotto la luna protettrice
*

E’ dovuto ad una varietà di ragioni
che tu ed io non ci si possa incontrare
fra l’altro le muraglie
i cieli gli spiriti

(da “Cantilena – Poesie per Rocco Scotellaro” – in “Le poesie”, Garzanti 2016)

 

Amelia Rosselli nasce a Parigi nel 1930. Artista e studiosa dai molteplici interessi, nel corso della sua vita si occupa non solo di poesia, ma anche di filosofia, teoria musicale, etnomusicologia e composizione. Nel 1948 comincia a lavorare come traduttrice dall’inglese per alcune case editrici di Firenze e Roma e per la Rai; nel frattempo continua ad approfondire gli studi letterari e filosofici, mostrando uno spiccato interesse per le avanguardie. Tramite gli amici Carlo Levi e Rocco Scotellaro, viene in contatto con gli ambienti culturali più attivi del suo tempo. Negli anni Sessanta pubblica i suoi testi principalmente sulle riviste, attirando l’attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini. La sua scrittura risulta ancor oggi unica nel suo genere, soprattutto grazie ad alcuni elementi di grande originalità, come il plurilinguismo e la sinergia tra lingua e musica. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, dove è morta suicida l’11 febbraio 1996 per le conseguenze di una grave depressione. Tra le sue raccolte di poesie più famose si segnalano Variazioni Belliche (1964) e Documento (1966-1973).

Donatella Pezzino

(Immagine: “New York interior” di Edward Hopper, 1921)

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