ANCORA UNA SCIOCCA POESIA D’AMORE

Prolúngati notte prolúngati
raddóppiati decúplicati
sospenditi tempo sospendetevi
cose tutte traffico voli
aerei ambulanze radar antenne
ristoranti giapponesi girotondo
di sushi sul rullo
rallenti s’arresti senza speranza
di moto ogni gesto terrestre
stiano a mezz’aria
le traiettorie
delle gambe delle braccia dei vivi
immobili nella copula rimangano
amanti e amantesse
i treni si blocchino in corsa
imbalsamati restino i falchi
in picchiata incollati
baciatori e baciate si fermi
come ghiacciata la storia
delle storie del tempo
e lasci qui noi
qui con il jazz della pioggia
di fuori a scroscio sui tetti
sulle lamiere sulle capote
delle fiat delle volkswagen
noi qui per un’ora
che sia lunga due volte due giorni e due notti
che non resti niente
per un micropezzo d’eterno
se non tu
se non io in questo letto
come un campo
con centoventimila posti a sedere
come la tana di una talpa un buco
in un tronco la distesa del mare
e sia questo il luogo
questo e sia ora
l’ora del nostro momento
che s’intrecci il tuo fusto
al mio fusto si respiri
l’anidride dentro le bocche
la saliva si versi nella tua bocca sambuco
il mio viso si allaghi
delle tue ciglia e le mani
si facciano gambe e la pioggia
non cessi nemmeno un momento
e tutto trattenga il respiro
fino a svegliarsi
come niente fosse
fra cent’anni domani
e riprenda moto ogni cosa
In questa stanza senza memoria
tra queste lenzuola disabitate.

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