<<Un percorso di approfondimenti e di ricerca, un mondo parallelo in fieri che mi ha permesso di rialzarmi nei momenti di difficoltà. Un viaggio nei sentimenti che mi ha fatto assaporare il gusto delle emozioni, questo indagare, scovare mi ha reso meno vulnerabile, la conoscenza di alcune delle sub-identità mi ha fortificato. Che dire? Grazie Poesia, grazie a Voi che pur attraversando un tempo difficile e impoetico tenete alto lo stendardo.>>
Anita Napolitano
Letto 23
A mio padre malato terminale
Ed è lì nel verde che si erge il cipresso
dove in diagonale parlottano gli alberi
e le rondini di mezza primavera
fitte, fitte e insieme cambiano rotta
disegnando nel cielo cerchi di vita.
Ed è lì tra pareti d’ arancio
e barelle di ghiaccio , tra il soffio
che separa i vivi e i morti
che pensieroso Crono è seduto.
Ed è lì tra l’ incessante passo
del camice bianco
e i fili rossi di sangue che lascerò
decidere agli occhi
se guardare nelle pupille il nero.
Ed è lì, nel viale del dolore
al crocevia della sofferenza
dove il pensiero si inabissa
la lingua mozza spezza le parole
e l’ alfabeto diventa muto
che fletterò le mie ginocchia,
Ed è lì che lascerò decidere alle lacrime
se scendere o meno.
Sentinella a guardia del tuo gracile corpo
non aspetterò trepidante il cambio
non indosserò la livrea del dolore
ti regalerò le mie carezze e i miei sorrisi.
Pa’ guarda il campo verde,
è lì che la cornacchia gracchia
e il figlio suo zompetta in cerca di cibo.
Oggi il sole acceca e l’ azzurro del cielo
sbatte contro il vetro della finestra chiusa,
vieni dammi la mano,
quella tua mano livida e rugosa,
letto 23 lasciamoci alle spalle
la condanna del nero.
***
Sibilla solitaria
O leggiadra Luna,
che senza tempo ti trastulli
nel petto del colle, tu,
che sali a illuminare il buio,
mille cose tu sai,
mille cose discopri.
Luce d’argento,
che nelle smeraldine acque
approdi, testimone onnipresente
di fatui fuochi e di amori
imperituri, non crogiolarti
nei lusinghieri fasti.
Questa notte
ti ucciderò: già vedo il sangue
segnarti le bianche labbra.
Questa notte ti ucciderò,
così non sarai più
la Dea immortale.
Dondolerai ferita
sul neonato sangue
dei bambini morti.
Superdonna, solitaria sibilla
e muta, nel nostro breve corso,
presta il tuo sordo orecchio,
ascolta l’urlo singhiozzante
dei tuoi figli, metti a dormire
le vergini puttane, che solo
in cielo sanno brillare.
Illumina l’occhio orbo di Dio
sul marcio che c’è in terra.
***
Passione di mezza estate
In questo cielo disadorno di stelle
lascerò decidere agli occhi
se far scendere le lacrime.
Mai e poi mai ti fustigherò
colpevole passione,
fosti tu in quel giorno di mezza estate
ad abbacinarmi, a curvarti per ordire la trama.
In quel giorno in cui il fringuello
cantava e i bianchi anemoni
rischiaravano la siepe, frugasti ben bene
e rubasti quello che di più geloso avevo custodito,
Fosti tu a ghermirmi tra i filari delle viti
e il fragoroso frinire delle cicale
Dolce meretrice dai vellutati seni
e le bianche cosce di fanciulla,
saprò aspettarti
Incantagione dei sensi
ogni volta che vorrai
scioglierò le mie chiome dorate
fin su i capezzoli
e berrò al tuo calice il nettare d’ ambrosia
***
Cercami
Cercami dentro di te,
cercami nell’ incavo del petto,
sospirami dentro.
Inciampami nella curva del costato
dove il gemito dimora
Quando la graziosa luna
volgerà il volto al monte
graffiami la carne…
Il tuo amore è più ricco della ricchezza.
Sarà l’ amplesso dei cuori
a partorire il florido germoglio
Cercami dentro di te
cercami nell’ incavo del petto,
sospirami dentro
lì dove alberga la radice.
Indosserò la tunica di cotone
e i sandali ornati
Sarò la tua schiava, guerriero offeso
mi siederò ai piedi del triclinio
per onorarti
Cercami dentro di te,
cercami nell’ incavo del petto,
sospirami dentro,
ed è lì che a insaputa del mondo
abiterò per sempre.
***
Gaza “Parco giochi di Shati”
Ho piegato le mie ginocchia su questa terra
e ho pianto per i miei fratelli
L’ ho visto quel palo,
quel palo della morte
e ho fatto il segno della croce
L’ ho vista la scure che sfigura,
ho visto il razzo propagarsi in cielo e il fumo nero.
E tra le radure e gli anfratti l’ angelo della morte,
ho udito le urla strazianti di una madre
per il sangue sparso di suo figlio
e l’ innocente canzonetta della giovinetta
in cerca dei suoi giochi.
L’ ho visto il bimbo scalzo con gli occhi di ghiaccio
e il vecchio con il capo riverso.
L’ odore nauseante della morte
e il sapore amaro della polvere da sparo.
Nel cimitero senza tombe
ho visto il mostro senz’occhi
che al parco giochi di Shati ha squarciato il petto.
L’ ho vista l’ irruenza del torrente in piena
che ha sepolto i morti vivi
Shhhhhh!!
Se ascolti in silenzio,
in quella terra sommersa di ombre
e di nubi inghirlandata
sentirai ancora il respiro dei bambini morti,
l’orso di peluche genuflesso
intonerà la ninna nanna.
***
Arresta il pianto
Quel colare a picco
Quella candela
Quella cera addosso
Quel cappio stretto
Quel respiro offeso
Quella vetta, quel dirupo
Quella scesa
E quella voglia matta
Di restare
Nonostante tutto.
Nel 2004 ha partecipato, in ambito universitario, al laboratorio di teatro e psichiatria a cura del Prof. Michele Cavallo collaborando alla messa in scena di un classico rivisitato sul tema della follia. Ha pubblicato due libri di poesia: “ Il Trionfo di Galatea – Edizioni Progetto Cultura, “Fuorvianti Parvenze” – Ed. Estro-Verso – collana Equi-libri, l’ ultima produzione dal titolo “L’ Agonia dei Fiori” edizione privata. E’ curatrice della collana ” La fenice e la tortora” Edizioni Progetto Cultura
Ha scritto vari testi teatrali tra i quali ricordiamo ” Il sano delirio di Donchisciotte della Mancia” rappresentato al Teatro Anfitrione di Roma e “Il monologo “ Beatrice Cenci – la notte prima di essere decapitata” rappresentato nella prestigiosa cornice di Castel Sant’Angelo dall’attrice Valeria Zazzaretta, nell’ Abbazia di San Salvatore Telesino (BN) e nella Chiesa di San Francesco a Capranica. Ha organizzato e coordinato con grande successo nell’ ambito del Festival Musicale delle Nazioni lo spazio poetico al Teatro Marcello di Roma con il direttore artistico Angelo Filippo Jannoni Sebastianini e Carla De Angelis.
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Il viaggio nella percezione che non è né fuori né dentro è il primo passo nella conoscenza del mondo delle origini. La vita vive!