Anteprima editoriale | ANATOMIA DELLO STRAZZO – D’inciampi e altri sospiri di Nunzio Festa

 

 

NOTTE MATTINATA

È un silenzio perfetto
preciso
di mondo fermo

e proprio sotto questa
cenere andando
mi sto.

 

DEDUZIONE

È tutta una questione
di microcosmi
di micro-mondi
emozioni in forma d’invertebrati
a passo d’illusione.

Non resta che
un allucinante allucinato
luccicoso montante
del richiamo
dai bassifondi.

 

G. G.

è misero almeno di peso
il cordone dominante
la gola
e la goccia fa il sentiero

calmo tuona l’assillo
Tu ci sarai.

 

(da ANATOMIA DELLO STRAZZO D’inciampi e altri sospiri di Nunzio Festa, I Quaderni del Bardo Edizioni, 2021)
PREFAZIONE di Francesco Forlani | POSTFAZIONE di Gisella Blanco | NOTA di Chiara Evangelista

 

Lo “strazzo”, un rito collettivo

Lo “strazzo” è la distruzione del Carro Trionfale di cartapesta omaggiante Maria Santissima della Bruna di Matera, protettrice di Matera, che si ripete ogni 2 di luglio. La folla si tiene in fermentazione. Attende il carro, deve distruggerlo. La base del Carro è di legno e acciaio; il suo tessuto di pelle cangiante ogni anno, appunto, è opera d’arte in cartapesta, sempre a tema Vangelo. La folla fermenta, mentre aspetta quattro coppie di muli che portano la statua e la sua base di grande pregio. Il Carro Trionfale con la statua della Bruna aveva percorso le vie centrali della città, partendo nel tardo pomeriggio dalla parrocchia di Piccianello ed effettuando il percorso inverso rispetto alla processione della mattina. In Cattedrale fa tre giri della piazza in segno di presa di possesso della città da parte della protettrice, e subito dopo la statua della Madonna viene fatta scendere dal carro per essere deposta in Cattedrale. Finisce così la parte religiosa della festa. E si riparte verso Piazza Vittorio Veneto. Dove la folla fermenta. La tradizione è datata 1700. Il carro è scortato dai cavalieri della Bruna e da volontari, prima erano “vastasi” adesso sono “angeli”, che lo circondano per evitare che giovani impazienti lo distruggano prima dell’arrivo. Solitamente, il carro subisce i primi assalti in corrispondenza della chiesa di Santa Lucia, proprio all’ingresso della piazza, mentre i difensori che fanno da cordone serrano le fila e l’auriga incita i muli per compiere gli ultimi metri di tragitto. Gli assalitori, soprattutto in passato, al fine di prendere il pezzo più importante, arrivavano a picchiarsi. Lo strazzo è un rito collettivo di rinascita e di rigenerazione antichissimo. E le leggende intorno alla sue origini sono sognanti: materane e materani volevan così convincere il conte Tramontano a costruire un carro nuovo ogni anno; materani e materane nascondevano in questa maniera ai saraceni le immagini sacre.

 

Scopri di più: https://iquadernidelbardoedizionidistefanodonno.com/posts/2862771346522762093?hl=it

 

Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto a Pomarico e vive nella Lunigiana. Collaboratore giornalistico del Quotidiano del Sud e altri spazi cartacei e telematici – tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato -, poeta, narratore e consulente editoriale, già editore e direttore di collane editoriali, editor; ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Appennino, Il Resto e altre testate. Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez. Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani. Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo”. Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”. Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”. Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”. É in uscita il romanzo breve “Il crepuscolo degli idioti” (Besa).

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